Ridurre i consumi energetici e le fonti di inquinamento ambientale è l’obiettivo previsto nella bozza di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, al vaglio della Commissione Energia del Parlamento Europeo, in pubblicazione a marzo, attraverso il raggiungimento, per le abitazioni, della classe energetica E entro il 2030 e della la classe D entro il 2033.
Per il 2040-50 l’UE punta a zero emissioni da case e appartamenti, responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra. In Italia il 60% degli edifici si colloca nelle classi energetiche G ed F, il parco immobili è vetusto e poco efficiente energicamente. Occorrerà quindi un cambiamento rapido, e a maggio ragione appare ancora più incomprensibile l’attuale blocco della cessione dei crediti.
Dal 2029, inoltre, sempre per favorire il processo di transizione ecologica, potrebbe scattare il divieto di vendita delle caldaie a gas. Il piano della Commissione europea prevede solo linee di indirizzo e non divieti, in attesa di una norma ancora in fase di elaborazione. Il primo step potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2026, con agevolazioni e incentivi rivolti esclusivamente all’installazione di tecnologie alternative e alla sostituzione dei vecchi impianti, in parallelo al declassamento delle etichette sulla performance energetica.
Secondo Assotermica (fonte Sole24Ore), la via più corretta sarebbe quella di non vietare totalmente le caldaie a gas, ma di fissare dei requisiti precisi che consentano di utilizzare ancora gli apparecchi capaci di sfruttare le fonti rinnovabili.